sabato, novembre 18, 2006

Yamanote Halloween Party 2006



Ed ecco finalmente uno spiraglio di tempo per buttar giù due stronzate sul party di Halloween (con ben quasi un mese di anticipo, vedo).

Quest'anno per evitare di infilarmi nei classici Club Shibuyesi/Roppongesi tutti R&B e poca sostanza, ho puntato sullo Yamanote Party che si tiene ormai da un bel pò il 28 Ottobre sulla linea centrale della capitale nipponica.

Oramai decisamente meinstrim e sputtanato dalla pubblicità ricevuta l'anno scorso, il party consiste in: montà su er treno tutti assieme coe bire & fa bordello.
Dice che è divertente, quindi annamo.

Ore 20:50
La metro è invasa da Gaijin e giapponesi ubriachi: c'è un gruppo di soggetti che è vestito da Paue Rengie, uno da Pesce Palla, poi er cavallo, er Frate co a Sora affianco, Scrimm, er Vigile der foco e i soliti con la bavetta rossa alla bocca e i dentoni.

Si aspetta sul binario, vicino alla linea gialla, il treno delle 21:07 come concordato dal programma del Party.

Mi si avvicina una tipa vestita da strega, avrà sui 40 anni, bionda scheletrica, forse russa. Le si vedono le vene sulle braccia.

E' facile fare amicizia durante queste cose.
Soprattutto qui, dove sembra uno di quei circoli con le sedie dove chi parla per primo deve dire prima il nome, che tutti lo salutano con la voce depressa.

E' in quel momento, che succede.
Plung.
Ho staccato.
E' il jack da 9, quello per ricevere dalle orecchie.
Il mondo visivo dietro il mio sorriso tipo paresi non si accorge che non ascolto.

Arriva un tizio grasso e comincia, probabilmente, a parlarci dei Misfits, di quanto gli piacciano Balzac e Osaka Popstar.

La russa controlla il cellulare e mi parla, probabilmente, di quanto la politica di Nakasone abbia influenzato positivamente il trend post-bolla del Giappone degli anni 90.

Il grasso ora passa dai Misfits alle matrici e array nel calcolo computazionale.

Io annuisco.
Dall'esterno vedo il mio viso allegro e fermo, i miei occhi che roteano e i colori, i colori, le persone vestite e i colori.
Sorrido e vedo i colori, flutto e vedo i colori.

Il grasso comincia a stancarsi di noi che stiamo zitti mentre lui parla di tutto, e allora va a dire agli altri vicini le stesse cose che ha detto a noi zitti mentre anche gli altri vicini assistono zitti.

All'improvviso arriva il mio amico cinese.
Un cinese vestito completamente in fucsia.

Nel silenzio del casino che c'è intorno a me, la gente intanto si raduna in fila nell'attesa del treno. I visi sorridono, le birre cominciano a spruzzare, in sottofondo al silenzio dentro la mia testa.

Riattacco l'interruttore.
Plung.
Un fiume di rumore mi entra di botto nelle orecchie.
Ti eri scordato di selezionare DVD sull'amplificatore, e hai lasciato il volume a palla perchè pensavi fosse il volume.

Il cinese mi saluta, mi parla di quanta gente ci sia, che verranno anche le altre cinesi, l'inglese, gli altri, tutti.

Gli dico: ehi, bel vestito, complimenti.

"Me l'ha regalato mio padre", dice.

La russa intanto se n'è andata.

"Voleva lo mettessi, un giorno, magari a capodanno", dice il cinese.
"L'ho messo oggi perchè mi sembrava allegro", dice.
"E poi nessuno è vestito da capodanno cinese, no?", dice.

Ma ringrazia che non ce stanno e finestre va, che quello vestito da Sniper Wolf t'aveva pure puntato.

Mando vai vestito da pugnale volante, a vorpe deggiada.

Intanto che tengo er cinese pe la giacchetta (me volasse su e canne poi chi lo ripia), all'improvviso, arriva il treno.

La gente comincia ad alzare lentamente i propri pugni verso il mento, unisce i gomiti tipo arale, gira il torso a destra per dare la spalla a quello davanti.
Tutti a fa a spallette, ci comprimiamo, entriamo e siamo un blocco unico.
Spero non ci sia il classico ciccione sul treno, quello merda-flavoured che ti capita vicino solo quando devi prendere il TAF a Ostiense alle 6 di sera.

Il cinese, vicino a me due secondi fa, ora è più o meno a 12 vagoni da qui.
Lo vedo, piccolo puntino volante, che ora flutta sulla gente che spalletta, lui co a spada verde e sotto l'attrice de iro (l'altra cinese arrivata) che poi sarebbe pure quella de memoria de na gheisha.

E allora ci si muove, a modo nostro.
C'è un tizio che ha deciso che vuole ballare.
Scatena l'occhio destro a tempo di musica.
Cori di gente in delirio.
UUU.
Mentre smetto di ridere, il treno parte, a suo modo.
C'è un giapponese che è riuscito anche a fare il classico gioco del dare pezze sul vetro, la finta ribellione, non so se avete capito nsomma.
Mi giro verso gli ultimi 90 gradi di visibilità che mi rimangono a destra, e mi accorgo che non stava bussando.
Un tizio aveva semplicemente messo il vibra al cellulare che aveva in tasca, e le persone nel treno ne avevano propagato l'effetto a catena sulla testa del giapponese. Bzzz. Bzzz. Bzzz.

Ora c'è un salaryman, sulla 55ina, dietro di me, che mi da pugni sul culo, senza parlare.
Alla prima mi giro, per quello che posso, e annuisco come per dire che non posso muovere probabilmente neanche i gluti, è inutile che insisti secco.

Il tizio continua, mi rigiro e lo imbruttisco che neanche maiana e serpentone edition 2006.

"Nani korè?", mi fa.
E' una festa, rispondo. So civile.
Intanto guardo bene il tizio.
Ha in mano una busta colma di fazzolettini pubblicitari di carta, quelli da distribuire.
Si è fottuto in testa, cazzo.
Si gira verso la tipa seduta alla sua destra, una canadese che è praticamente barbi, ma più de plastica.

Gli comincia a dare un pacchetto di fazzoletti.
Lei sorride, annuisce, ringrazia.
Lui parla, biascica due parole in croce.
Lei sorride, annuisce, ringrazia.
Alchè lui le ridà un altro pacchetto di fazzoletti.

Do una leggera botta con la testa al palo dove mi sorreggo, per vedere se sono sveglio.

Il giapponese ricomincia a dare fazzoletti a barbi.
Sesto pacchetto.
Al settimo pacchetto lei capisce, mi guarda, riguarda il giapponese, diventa seria e poi guarda da un'altra parte, come le bambine indispettite.
Il giapponese da i fazzoletti ad un'altra, quella alla sua sinistra, vestita da strega.
Li rifiuta.

Eccaallà, mo takeshi kitano tira fori a katana e chammazza a tutti.
A defishente i potevi pià no.

Non succede niente.
Il giapponese è ora diventato normale, non da confidenza, non parla, guarda il cellulare, sente gli mp3 mentre guarda il cellulare, guarda gli mp3 e sente il cellulare. Normale.

Vabbè.

Ogni tanto la luce va via, c'è l'omo pesce palla che stacca i neon dai vagoni, e poi tutti fanno OOOO e la luce va via del tutto perchè l'omo fugu l'ha staccate tutte.

Si cominciano a contare le fermate, la gente le chiama prima degli stop.
SHI-NA-GA-WA
SHI-NA-GA-WA
SHI-NA-GA-WA

Trovo posto per mettermi seduto.
La strega, quella vicino a kitano, è uscita onde evitare gravidanze indesiderate fuori pillola.
Solo lei infatti aveva notato che un tedesco, in fondo al treno, si era appena mosso per aprire una birra.

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